Reti di Famiglie per i Comuni del Distretto Ceramico e quelli dell'Unione delle Terre d'Argine, un servizio di accoglienza e solidarietà per nuclei fragili del territorio, che aggiunge qualcosa in più ai normali progetti di sostegno familiare: la forza del gruppo...
Sabrina Benati e Tiziana Venturi
Associazione Venite alla Festa
Capofila del progetto Reti di Famiglie per i Comuni dell'Unione delle Terre d'Argine
S: Sono Sabrina dell’associazione “Venite alla Festa”. Sono una neo cinquantenne, lavoro in ambito educativo, mi occupo di coordinamento di servizi educativi per l’infanzia. Nell’ambito dell’associazione mi occupo e ho a cuore progetti che riguardano le famiglie accoglienti.
T: Sono Tiziana dell’associazione “Venite alla festa”, coetanea di Sabrina, sono una media educator e mediatrice familiare. Ho seguito il progetto Reti di famiglie fin dall’inizio come volontaria dell’associazione e ora continuo a collaborare come supporto nello stesso progetto nel Distretto Ceramico.
Reti di Famiglie è una realtà ormai ben avviata all’interno dei Comuni dell’Unione delle Terre d’Argine… la puoi riassumere in una frase?
S: È un'opportunità concreta e reale di incontro, scambio, aiuto, supporto che genera reciprocità e vicinanza.
T: La forza sta nel gruppo! Infatti si tratta di sperimentare l’accoglienza e il supporto a persone e famiglie in difficoltà non singolarmente ma all’interno di un gruppo.
Un progetto diverso dalle altre iniziative di accoglienza, perché?
S: Perché credo che sia un accompagnare ed essere presenti con modalità molto concrete, nell’ordinarietà della quotidianità.
T: Il valore aggiunto del progetto è quello di vivere la ricchezza e la forza dell’essere in un gruppo che insieme si supporta e supporta gli altri. Il gruppo è insieme ideatore e corresponsabile dei progetti che segue. Ad esempio se io sto aiutando una mamma sola in difficoltà e mi trovo improvvisamente impossibilitata a proseguire il mio servizio posso contare su altre persone che lo faranno al posto mio, in questo modo il progetto non si interrompe.
Per essere forti si devono avere fondamenta solide, quali sono quelle delle Reti di Famiglie?
T: Le fondamenta si costruiscono nell’essere e fare rete tra le persone e famiglie disponibili e quanti si incontrano attraverso il progetto. Le fondamenta sono le persone stesse che partecipano, la loro voglia di tenere alto lo sguardo verso chi è più fragile, di accorgersi dei bisogni delle persone, stiamo parlando d bisogni semplici come ad esempio accompagnare i bambini a scuola ma che diventano ostacoli enormi per chi non possiede una rete familiare.
Il Coronavirus ci ha tenuti lontani per tanti mesi, eppure la Rete di famiglie si è impegnata fortemente per stringere le sue maglie e cercare di non lasciare nessuno indietro...
Per quanto riguarda la Rete dei Comuni dell'Unione delle Terre d'Argine non ci siamo fermati. Chi seguiva dei progetti ha continuato a farlo nei modi in cui era possibile, anzi a volte aumentando l'impegno, o comunque rimanendo in contatto con la famiglia che si stava aiutando. Ma dopo esserci visti on line come tutti, adesso ci incontriamo di nuovo in presenza, anche se con mascherina e mantenendo le distanze previste dalle disposizioni governative.
Maria Rosa Bandieri
Associazione SoS Mama
Capofila del progetto Reti di Famiglie per i Comuni del Distretto Ceramico
Sono Maria Rosa Bandieri, 62 anni e da un anno pensionata. Sono una delle socie fondatrici e sono Presidente dell’associazione SOS MAMA odv ‘’Sostegno mamme’’ costituita nel 2001.
SoS MaMa è una associazione di mamme volontarie che hanno scelto di condividere con altre mamme le coinvolgenti esperienze della gravidanza, della maternità e dell’allattamento. Siamo mamme formate per il sostegno alla pari/Peer Counsellor sulla base di corsi OMS/UNICEF. Formiamo alla Comunità con una molteplicità di servizi gratuiti, fra i quali consulenza telefonica o a domicilio; incontri fra mamme di in-formazione e di condivisione auto/mutuo aiuto; sensibilizzazione della comunità e delle istituzioni
SoS Mama è un’associazione che si occupa da sempre delle famiglie e dei loro problemi. Quali sono oggi le fragilità che colpiscono maggiormente i nuclei familiari?
Per ognuna di noi, assistere una donna che ha appena partorito, e la sua famiglia, significa lavorare con quell’insieme di sentimenti e insicurezze che una nascita può provocare, e sapere che quello che la madre sta vivendo è un momento di estrema fragilità emotiva. Questa relazione fa emergere una moltitudine di bisogni e di necessità di cura che nella nostra società sono spesso trascurati ed ignorati. Avere cura della madre/bambino/padre significa aiutare a non sentirsi soli come genitori, nel cammino di Famiglia che si è iniziato…
Condividiamo l’antico proverbio africano secondo il quale per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, che ci ricorda che la maternità è un’esperienza che va condivisa e sostenuta, a tutti i livelli, e il passaggio di saperi e competenze da una madre all’altra può e deve rappresentare una risorsa per l’intera Comunità.
Pochi mesi fa l’iniziativa Reti di Famiglie è partita anche nei Comuni del Distretto Ceramico. Quali le necessità del territorio a cui può andare incontro?
A causa della molteplicità dei bisogni e della realtà di una società che corre frenetica, che non si ferma e che non ha rispetto per le persone e per i loro diritti, le situazioni di difficoltà e di fragilità sono sempre più diffuse. Inoltre, dove ci sono bambini e ragazzi le difficoltà sono amplificate.
A volte situazioni transitorie di disagio quali ad esempio una malattia, una separazione, perdita del lavoro o situazioni quali cambio orari di lavoro, turni, problematiche economiche, mancanza di una rete amicale e/o parentale di sostegno, possono essere l’inizio di un aggravamento complessivo. Queste condizioni possono favorire lo scivolamento nella marginalità e da lì, diventa veramente difficile ritrovare la forza, il coraggio e la lucidità per affrontare da soli le difficoltà e riemergere.
Accoglienza oltre la chiusura. Quale significato acquista questa frase oggi, in una società stravolta dal Coronavirus?
La situazione che abbiamo affrontato come comunità è stata un’esperienza difficile che ci ha coinvolti tutti. Una parte numerosa della comunità ha inoltre subito lutti, situazioni di dolore e gravi problematiche sia psicologiche che economiche.
Abbiamo però potuto vedere la disponibilità delle persone a mettersi a disposizione, a non tirarsi indietro, a farsi carico magari del vicino o di una famiglia. Questo fa ben sperare che il Coronavirus non abbia stravolto il grande cuore della nostra comunità. Il volontariato e tutto il Terzo Settore, ma soprattutto i singoli cittadini che vi partecipano hanno risposto attivamente e in modi differenti ai tanti bisogni e richieste. Il futuro che ci aspetta non sarà facile, e abbiamo bisogno di una Rete, una grande Comunità accogliente che sappia fare, mettersi in ascolto, parlare, ridere. Insomma, mettere al centro le persone e le relazioni, avere rispetto per la vita umana e per la dignità delle persone.
La Rete dei Comuni del Distretto Ceramico, che da poco aveva iniziato il suo operato, ha dovuto rallentare il ritmo a causa delle restrizioni imposte dal virus. Quali progetti per il futuro?
Avevamo fatto incontri di conoscenza, informativi e di programmazione con gli uffici e i servizi distrettuali e comunali. Non abbiamo potuto completare il percorso fino ad ora a causa delle limitazioni imposte dal Coronavirus. Adesso stiamo valutando, in questa nuova situazione, come programmare la ripartenza. Abbiamo fissato un primo incontro per il 6 luglio, con invito a chi aveva già partecipato ai precedenti e aperto a tutta la cittadinanza. Serve ancora continuare la sensibilizzazione della comunità con la promozione della cultura dell’accoglienza famigliare, con la consapevolezza che la situazione ha mutato anche la percezione di queste tematiche.
Qual è secondo te la forza maggiore delle Reti di Famiglie?
Il valore sociale di questo progetto consiste non solo nella disponibilità ad aiutare un’altra persona/famiglia, ma nel farlo insieme ad altri.
Sicuramente non è facile, ma questa è una Comunità che si prende cura e che cura. Mi piace ricordare: “una mano che dona non torna mai indietro vuota”.