Reti di famiglie accoglienti è un modalità innovativa per approcciare in gruppo il tema dell’accoglienza familiare attraverso i valori dell’unione e della condivisione. L’obiettivo è ridurre alcune fragilità familiari del territorio, specialmente per i soggetti più deboli, come i minori, attraverso l’accoglienza e la prevenzione.
I gruppi Reti si diramano sul territorio dell’ Unione dei Comuni del Distretto Ceramico organizzando momenti di formazione, supporto e condivisione per chi è volontario, diffondendo la cultura dell’accoglienza e dando conforto a chi accoglie.
Grazie al gruppo Reti si cerca di “ristabilire un po’ la disponibilità del vicinato che c’era in passato - dice Milena - penso ci sia veramente bisogno di una rete di persone che aiutano”. Sono molteplici le situazioni di necessità improvvisa che alcune famiglie possono avere e attraverso i volontari dei gruppi Reti si cerca di sopperire alla mancanza di familiari o amici disponibili. Creando così una rete attraverso la comunità che si rende disponibile per aiutare le persone in difficoltà.
Milena, volontaria del gruppo Reti di famiglie accoglienti di Formigine, è venuta a conoscenza del progetto tramite il gruppo Whatsapp della scuola sul quale era stata condivisa la locandina del progetto. “Volevo intraprendere un percorso di volontariato - racconta Milena - quindi ho partecipato all’incontro informativo e, essendo stato per me molto interessante, ho deciso di iniziare a coinvolgente anche mio marito”.
Attualmente Milena e il marito si sono resi disponibili per supportare un bambino delle elementari che è stato segnalato dalle maestre per difficoltà dal punto di vista scolastico. Il bambino fatica a stare al passo con il resto della classe e purtroppo a casa non è supportato dai genitori nel momento dei compiti. Quindi grazie alla segnalazione delle maestre e alle referenti dei gruppi Rete che raccolgono le varie richieste sul territorio, è stata attivata Milena.
Il programma prevede che gli incontri vengano il sabato mattino, momenti in cui Milena e il marito aiutano il bambino a fare i compiti e dargli fiducia. “La prima cosa che abbiamo dovuto fare - racconta Milena - è stato conferire un contesto alla relazione che saremmo andati a creare insieme. Avevamo la chiara intenzione di non presentarci come gli ennesimi adulti interessati solo al rendimento scolastico, ma avevamo anche la ferma volontà di fargli arrivare il messaggio che lui può farcela”.
La grande sfida è stata lavorare sulle condizioni del bambino scardinando i messaggi fallimentari venuti dall’esterno ormai sedimentati.
Gli incontri si sono svolti con costanza e libertà, facendo i compiti insieme e, al contempo, trovando momenti di pause dando spazio ai bisogni del bambino. Ci sono stati anche momenti di gioco condivisi anche con le figlie di Milena di età simile al bambino.
“Queste esperienze - conclude Milena - sono fatte di arricchimento e difficoltà per entrambe le parti coinvolte. Purtroppo noi non abbiamo avuto un grande successo nello scardinare le convinzioni che il bambino usava come scuse per non impegnarsi ma, al contempo, riteniamo che la complicità che si è creata sia stata un confronto utile. Lui si è dovuto adeguare alle nostre regole familiari e noi abbiamo cercato di accogliere le sue richieste come legittime”. Questo nella speranza che il percorso fatto aiuti il bambino ad acquisire fiducia in se stesso e a trovare delle risorse per le sfide future.